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lunedì 10 marzo 2014

Sul Meolo

Per la mia uscita di pesca infrasettimanale stavolta ho scelto un piccolo fiume di risorgiva. Nel giro di una trentina di km da casa ce ne sono diversi, e per noi pescadoret sono tutti nuovi e da scoprire. Ho optato per passare un pomeriggio sul fiume Meolo nel tratto gestito dalla Fipsas, nel comune di Breda di Piave (TV). Una mezz'oretta di viaggio con andamento tranquillo è bastata ad arrivare nella zona che avevo visto in anteprima su street wiew. Ho parcheggiato il furghino a pochi metri dalla sponda, e oltre il finestrino il fiume si presentava più o meno come me l'aspettavo. Sono sceso e ho percorso la manciata di passi che mi separava dalla riva. Quello che ho visto mi ha fatto capire che i miei progetti di pescare a spinning sarebbero stati messi a dura prova dalla fitta vegetazione subacquea. Almeno tre tipi di erbe ed alghe fluttuavano mosse da una corrente abbastanza veloce. Ho segnato l'uscita a libretto, ho messo la scatola degli artificiali nel gilet, ho preso il guadino ed ho iniziato a risalire il fiume. Non avevo mai pescato in acque di questo tipo, nemmeno in gioventù, ed ho presto realizzato che non sarebbe stato molto facile. In più, come aggravante, ho presto capito che la discreta precisione nei lanci che solitamente mi assiste, era paurosamente latitante. Più di qualche lancio è atterrato vergognosamente sulla sponda e mi è toccato andare a strappare il cucchiaino dall'erba a cui si era tenacemente agganciato. Una mezz'ora più tardi tornavo già sui miei passi, rimuginando sull'idea di convertire la mia pesca a spinning in pesca a fondo. In prossimità del furghino ho visto altri tre pescatori, i quali pescavano tutti a fondo. Il più vicino a me adoperava una corona di pallini e aveva con sé un sacchetto di plastica, che quasi sicuramente conteneva del pescato. Il fatto che non sembrassero dei novellini come me, rendeva evidente il fatto che pescare a fondo sarebbe stato sicuramente più redditizio.  Tuttavia ho deciso che avrei pescato comunque a spinning, ma in un tratto diverso del Meolo, che avevo tenuto come "piano B" mentre progettavo l'uscita davanti al computer. Così ho caricato la canna in furghino, mi sono tolto il pile per il primo e gradito caldo primaverile e mi sono apprestato ad andare verso il mio piano B. Mentre chiudevo lo sportello del vano di carico è arrivato un altro pescatore, che come me aveva programmato di uscire sullo stesso tratto di fiume a spinning. Abbiamo fatto due parole e non gli ho nascosto la mia perplessità sul fatto di riuscire ad avere successo facendo spinning in quella zona e che sarei andato a tentare la fortuna in un altro tratto. In cinque minuti ero parcheggiato dall'altra parte e stavo scaricando nuovamente la Dam Devil stick della Sbriffa. Nel mentre un vecchio pescatore a mosca stava facendo l'operazione inversa, ovvero caricare in macchina l'attrezzatura per tornare a casa. Dopo i saluti di rito e qualche chiacchiera mi ha detto che aveva notato numerose bollate, segno di pesce attivo. Siamo andato assieme nei pressi della riva, ed ho potuto constatare il movimento di cui mi parlava. Bene, buon per me che rimanevo a pescare. Il fiume sembrava essere leggermente più largo ed avere più portata, ferma restando la presenza della vegetazione subacquea, anche se non fittissima.



 Ho iniziato a pescare sulla sponda destra del fiume, ma il bel sole del pomeriggio proiettava la mia ombra nell'acqua, così presto ho cambiato lato. Da principio ho adoperato cucchiaini di media taglia, Mepps del 3 e Martin 9 grammi, ma per non incastrarli inesorabilmente tra le alghe ero costretto ad un recupero troppo veloce ed a canna alzata. Ho insistito per un po' sulla zona dove le bollate erano numerose, ma presto queste sono cessate, segno che sarebbe stato opportuno spostarmi. E così ho fatto. Ho risalito la sponda, provando col piccolo vibrax che aveva avuto tanto successo sul Monticano. Niente trote, ma in compenso potevo permettermi un recupero molto lento e preciso. Con un po' di attenzione potevo seguire il movimento del rotante sott'acqua e fargli dribblare le chiome ed i cespi di alghe. La precisione dei lanci era leggermente migliorata, per fortuna, anche se era ancora un po' lontana dal mio standard abituale. Non avendo ancora esito, ho montato un piccolo rotante Dam da 3 grammi, con una bella paletta rosso brillante. Questo cucchiaino era fruttato la cattura dell'ultima trota della giornata sul Negrisiola. Sono ormai le quattro e mezza del pomeriggio, quando dopo uno dei rarissimi buoni lanci della giornata finalmente la canna s'è inarcata ed una trota è saltata sull'acqua dibattendosi nella fuga. Una breve lotta e l'ho issata sulla sponda. Evviva!



Anche in questo turno infrasettimanale sono riuscito a sporcare il libretto delle catture e ne sono felice. Per via dei numerosi salti in acqua compiuti dalla prima trota della giornata mi sono spostato di una decina di metri e ho ricominciato a pescare. Anche in questa zona sono visibili alcune bollate. Penso che questa attività del pesce in superficie sia dovuta al fatto che ci sono un sacco di moscerini ed insetti che ronzano nell'aria. Tempo dieci minuti ed è arrivata la seconda cattura del giorno, un'altra iridea, leggermente più piccola della precedente:


La giornata sta prendendo proprio una bella piega. Fa caldo, c'è un bel venticello, non c'è nessun altro pescatore all'orizzonte né a monte né a valle e le catture sono arrivate. E ancora più importante le bollate stanno continuando. Manca solo la Sbriffa, purtroppo rinchiusa in ufficio in mezzo a gente stanca ed esaurita. Sono ormai ottimista e sto pensando che far quota sia più che probabile, anche se ormai si sono fatte le cinque. Ora di iniziare a ridiscendere il fiume e mano a mano che le bollate smettono a seguito dei miei lanci, scendere ancora di qualche metro incontro ad altre bollate. Il vento si sta facendo abbastanza forte da modificare la traiettoria dei miei lanci ma non è ancora fastidioso. Presto sono tornato in prossimità della buca da dove avevo cominciato la seconda parte della mia pescata e l'attività dei pesci non è diminuita. Bene, anche perché sospirata quota si sta facendo attendere ed anzi, la terza trota è ancora non pervenuta. Ho montato nuovamente il vibrax e sto continuando a lanciare nella stessa zona, cercando di perfezionare il percorso del rotantino a filo dei banchi di alghe. Alla fine la mia insistenza viene premiata con la cattura della terza iridea del pomeriggio:


All'orizzonte si fa vedere il guardiapesca, ma questa volta, a differenza dell'uscita sul Negrisiola, sono stato previdente ed ho con me anche la carta d'identità. Stavolta però non mi è stata nemmeno chiesta. Vabbè, l'importante è essere in regola con tutto. Gli ultimi lanci della giornata li sto facendo in mezzo a nuvole di moscerini risvegliati dal caldo e dall'umidità che è salita col calare della luce. Sto continuando a sperare di fare quota, ma ormai la schiena comincia ad essere affaticata, troppo per continuare. Così, un po' stanco ma soddisfatto, ho messo fine a questa piacevole giornata di pesca.

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