Prepariamo la canna col temolino, la Sbriffa infila un bel verme sull'amo e inizia a pescare. Io insisto con lo spinning, ma senza esito. Ogni tanto raccolgo qualche alga dal fondo, ma sono incagli innocui. Intanto sono arrivate altre macchine con a bordo altrettanti pescatori, che si distribuiscono lungo le rive e iniziano a pescare. Tutti montano temolino e larve tranne uno, che pesca a spinning come me, ma con una canna e mulinello da casting. E' un po' distante per poter distinguere con certezza che esca stia usando, ma apparentemente dovrebbe trattarsi di un'esca siliconica.
Il tempo passa e mentre noi rimaniamo stanziali sulla nostra posta il resto dei pescatori si muove lungo le rive. Siamo tutti accomunati da una cosa però: il libretto catture è ancora in bianco. Sembra impossibile che in un'acqua così bella non si riesca a prendere niente, soprattutto in considerazione del fatto che hanno seminato prima dell'apertura.
I due pescatori che avevano parcheggiato in fianco a noi richiudono le canne e gliela danno su. Altri si spostano ancora, qualcuno sfacciatamente anche davanti a noi sulla riva opposta, ma continua ad essere zero per tutti. Presto siamo di nuovo da soli. Provo a variare rotante, gli aggancio un falcetto bianco in silicone e lancio un po' ovunque, ma il risultato non cambia. Provo ad analizzare le cause del momentaneo cappotto, ma non so che cosa pensare. Che sia l'acqua fredda, il vento, la pioggia? Boh...
...poi arriva un signore, un classico pescatore di lungo corso. Ci saluta. Facciamo due parole e spieghiamo che in questo tratto d'acqua né noi né altri hanno visto una pinna. Il signore dice che il pesce a causa del freddo s'è spostato in un'altra zona e ci consiglia di andare in quel punto, più a valle. "Larva e zuccherino e ogni lancio è una trota" dice testualmente.
Ascoltiamo il generoso consiglio e ci incamminiamo. Non abbiamo né larve né zuccherini, ma un bel verme di terra non farà mica schifo, no? Il posto sembrava vicino ed invece occorre camminare un po' per arrivare. In fondo scorgiamo un pescatore e decidiamo di avvicinarci ma non troppo per non disturbarlo. In questa zona tra noi e l'acqua si frappone una rete di un metro e mezzo, rendendo la pesca faticosa e più difficile. Scavalcarla sarebbe folle, il rischio di cadere in acqua con la corrente che c'è sarebbe mortale. Dopo alcuni lanci il pescatore giù in fondo sembra far su la canna per andarsene, così riprendiamo tutte le nostre cose e iniziamo a camminare verso di lui. Ci salutiamo e anche lui conferma quanto detto dal vecchio pescatore. E' così gentile da dare una manciata di zuccherini alla Sbriffa e rimane lì con noi fino al momento della nostra prima cattura, che non tarda ad arrivare. Sia la Sbriffa con verme e zuccherino a fondo, che io con un Martin incanniamo la prima iridea a testa. Il problema più grosso non è il combattimento ma il guadinarle, a causa della rete alta. Con qualche smadonnamento ce la facciamo. Finalmente sporchiamo il libretto catture! Il simpatico e gentile pescatore ci lascia soli e ci salutiamo. Ci raggiunge un vecchietto, che si sistema ancora più a valle di noi.
Abbiamo la "sfortuna" di allamare una trota contemporaneamente e considerato il problema della rete questo è un potenziale guaio. Il guaio diventa reale perché mentre cerco di tirar su di peso la trota oltre la rete per poi soccorrere la Sbriffa (che non può fare lo stesso o rischierebbe di rompere il cimino), questa con una scodata rompe il filo e finisce in acqua col ferro in bocca. Mi viene una vampata di nervoso. Non mi piace per niente l'idea di un pesce con un cucchiaino piantato in bocca, ma ormai la frittata è fatta e lascio la canna per guadinare la trota della Sbriffa.
Sul risultato di tre pesci a testa riceviamo la visita di due guardiapesca, che controllano i permessi. Gli mostriamo il tesserino catture, la licenza e a richiesta anche le tessera Fipsas. Non so a che gli serva vederla, dal momento che senza di quella non avremmo ottenuto il libretto catture, ma pazienza. Ci chiedono anche un documento d'identità. Quelli però sono rimasti in furghino. Il più anziano dei due guardiapesca parte con un "Eh ma ragazzi bisogna averli dietro i documenti!" con tono un po' infastidente da paternale. Lo stoppo subito rispondendo seccato "Non c'è nessun problema, vado a prenderli in furgone." Mi incammino verso i documenti chiusi nel retro del furghino, bestemmiando mentalmente più e più volte. Chi è così scemo da andare a pesca all'apertura senza le carte in regola, che multe pensano di fare - riflettevo dentro di me - mentre camminavo lungo la riva. La distanza era tale che al mio ritorno con i documenti in mano la rabbia mi era sbollita. Sistemata la faccenda burocratica abbiamo ripreso a pescare. O meglio, la Sbriffa ha ripreso a pescare. Io ho preferito mettermi in pausa, per evitare un'altra abboccata doppia ed i conseguenti rischi.
L'ultimo pesce per far quota però stenta ad arrivare. Visto il momento di stasi riprendo in mano la mia solita Dam, ci metto un piccolo cucchiainetto da tre grammi e ricomincio a pescare. Poco dopo allamo la quarta ed ultima trota:
La mia pescata è finita. La Sbriffa si fa ingolosire dalla canna a spinning e molla quella a fondo, che tra l'altro ha il terminale rovinato da un garbuglio. E i risultati arrivano:
Missione compiuta!
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